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Racconti ascarelliani

Sottotitolo
seconda edizione ampliata con in appendice un Racconto ascarelliano apocrifo di Giuseppe Ferri jr
Autori
Mario Stella Richter jr.
ISBN
979-12-5976-151-4
N. Pagine
VIII-116
Anno Pubbl.
2021
Collana
Sulle spalle dei giganti
Numero
2
Materia
Narrativa
Product ISBN:  979-12-5976-151-4
9,50 €
Base price with tax
Base price 10,00 €
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Tra i giuristi del Novecento poche figure appaiono destinate a lasciare una traccia così duratura nella storia della cultura come quella che vi ha impresso Tullio Ascarelli. Un particolare fascino ha esercitato e continua a esercitare la sua prorompente personalità, la sua precocità, la sua cultura, la sua potenza di studio, la sua intelligenza, il suo intuito, la sua inesausta ansia di conoscenza e di progresso. Tali caratteri, associati a una vicenda esistenziale non lunga e in parte sofferta, contribuiscono a conferire alla figura di Ascarelli i tratti del prototipo romantico del genio. Ma, al di là dell’alone legato alla sua immagine, è la profondità, la modernità, la ricchezza e poliedricità del contributo che diede alla scienza giuridica che spiega la ragione per la quale Tullio Ascarelli è considerato uno dei protagonisti della cultura, non solo giuridica, italiana, nonché, anche a livello internazionale, una delle figure più significative nella storia del diritto del secolo scorso. Questi Racconti vorrebbero rendere meglio conosciuta e anzi familiare quella figura.

 

 «V’è forse chi può ricordare un passo del Talmud. Discutevano due rabbini sull’interpretazione della legge. E il primo invocò a prova della sua interpretazione le acque del fiume perché, a conforto della sua tesi, risalissero il fiume. E poiché il secondo negava la validità della prova, il primo invocò la stessa voce celeste perché questa si facesse udire risolvendo la disputa. Ma ecco il secondo rabbino opporre superbamente: “E che c’entra Dio nelle dispute degli uomini? Non è forse scritto che la legge è stata data agli uomini e sarà interpretata secondo l’opinione della maggioranza?”. E quando il Signore udì la tracotante risposta sorrise e disse: “I miei figli mi hanno vinto!” (…). Il diritto non è mai un dato, ma una continua creazione della quale è continuo collaboratore l’interprete e così ogni consociato ed appunto perciò vive nella storia ed anzi con la storia (…). Il giurista prenderà così dalla storia il suo punto di partenza e tornerà a guardare alla storia nel suo punto di arrivo».

 

Tullio Ascarelli

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